Bastava cercarmi, ovunque e da nessuna parte
per trovare il mondo esploso su tutte le pareti.
Tutto, qualcuno, nessuno.
Tutte le parole che mi ero sempre portata dietro, le mie, le tue
graffiate, trascinate, incise.
Avresti accarezzato i fili, slegato i nodi, sfiorato le finestre
seguito i cerchi.
Avresti potuto specchiarti, ritrovarti o
non riconoscerti.
Saltellare sui tetti di Parigi semplicemente alternando le dita.
Ritrovare frammenti, seguirli, comprendere.
Roteare con le fasi lunari, leggere e tuffarti.
Siamo tutti il nostro ragionevole dubbio.
Accettarne tutta l'irragionevolezza, il disastro
prima dell'alba, il freddo, la fame, la rabbia, la stanchezza.
La pioggia
velata, evidente, sotto altre forme.
Foglie bagnate, profondi abissi, nubi, onde in gioco
vortici in colore, fiumi di nebbia color porpora.
Non una sola
ma milioni di sensazioni; attesa, riposo, spensieratezza
freschezza, dubbio, chiarezza, pensiero, mistero rinascita, vita.
Le otto forze della natura, il richiamo, la via.
Quel profumo che non avevo ancora provato, il mio
che non avrei ancora cambiato
perchè casa
tra alberi, spezie e gelsomino.
Nella testa e sulle labbra.