La Luna piena del lupo, il primo plenilunio dell'anno, allineata con Marte retrogrado, dondolava nel segno del Cancro ululando a gran voce nella prima metà gelida di Gennaio.
Accompagnata da una pioggia incessante, sottile e a tratti impercettibile, nascosta da un cielo troppo spesso in una notte così profonda.
Non ero lunatica, nonostante il mio percorso di vita suggerisse il contrario.
Ero pensante, di un pensiero che più che evolversi rivelava se stesso, mese dopo mese, anno dopo anno, velo dopo velo.
Riponevo in un angolo quella valigia dipinta a metà; avevo una pila di post-it inutilizzati e impolverati dal tempo, non me ne serviva uno tridimensionale di dimensioni maggiori.
Tutto quello che avevo creato, rimodellato, stravolto, non aveva nè storia nè nome.
Non aveva ricordo, nè condizione.
Avevo solo illuminato ciò che era stato dimenticato, o mai visto, mai utilizzato.
Tutto il resto non c'era più.
Quella valigia era la Luna che ricordava a se stessa il suono e il colore della rinascita, ululando con la testa all'insù in un cielo buio e silenzioso.