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© 2024 by Graziana C. Pantaleone.
Avevo la mia storia sulle pareti; le emozioni, le contraddizioni, l'amore svuotato, i pensieri annodati, distese d'azzuro, avio e ceruleo per purificare il tatto e la vista.
Pensavo all'effetto a farfalla in questi giorni, all'importanza essenziale e fondamentale di un piccolo e trascurabile gesto.
Ripercorrevo il passato, le mille vite dietro la mia, le scelte di chi era arrivato prima, l'impronta e la scia successiva.
Il passato è un maestro silenzioso.
Il tempo, un'anima che non sa mentire.
Essere fraintesa ormai non aveva più importanza.
Imparavo più velocemente, prendendo le distanze alla stessa velocità.
Guardavo fili sciogliersi e penzolare.
Accarezzavo quelli lucenti per avvolgerli intorno alle dita, stringere e tirare.
Sentivo il vento tra i capelli, l'aria sotto i piedi, il sapore del freddo sulle labbra.
I colori che danzavano nei miei occhi erano il riflesso delle luci di un circo, delle sfumature di un cristallo ed io ero la ragazza che a tarda notte sgattaiolava in cima,
guardando il cielo con un palmo sotto il mento e i gomiti sulle ginocchia, seduta all'apice di quell'enorme tendone.
Come with me, 30x20cm 2024
Back to the beginning, 3 pannelli 25x30cm
Libera, 50x70cm 2024
In-sight, 50x70cm 2024
Accept, D 60cm 2024
Shift, 60x70cm 2024
The Labyrinth, 70x100cm 2025
Ancestrale, 60x90cm 2025
Amnesia, 60x80cm 2025
Peppermind, 40x60cm 2025
Costruivo fili spezzando ferro.
Prendevo le colpe, gli sbagli, i soprusi e li portavo con me.
Spezzavo un ciclo, una maledizione, un retaggio.
Li seminavo, li mescolavo con le mani, li sbriciolavo con le dita soffiandoli via.
Scavavo, con le mani pulite in una conca di fango, sotto una pioggia battente.
Non era la terra ad essere sporca, ma tutto quello che le avevano costruito intorno.
Un meraviglioso castello di cristallo che puzzava di bugie.
Avevo imparato la bellezza dal cristallo in pezzi, dalla polvere.
Quella demolizione necessaria era il mio miraggio nel deserto; stelle sulla terra, splendore, bagliore, luccichio, rinascita.
In piedi, nel nulla, con i riflessi negli occhi, il viso accaldato, con i vestiti, le mani e le ginocchia sporche di fango, avrei potuto finalmente respirare.
Terra, 65x90cm 2025
A warrior in a garden, artprint 2025
Bed of roses, 50x70cm 2025
Journey, 50x70cm 2025
Nove, 40x60cm 2024
Tarassaco, 40x50cm 2024
Underwater, 40x50cm 2024
The Jump, 40x50cm 2024
Salix, 20x25cm 2022
Avevo questo amore per i frammenti di tempo reali, autentici, sinceramente condivisi.
Momenti semplici, trascurabili e fondamentali.
Cleopatra, 40x50cm 2024
Avio, 65x90cm 2024
Giordano, 40x50cm 2024
Riconoscersi, artprint 2024
Sotto il bacio gelido di una pioggia battente, artprint 2025
The Magician, 65x90cm 2024
Tell me a story, 70x50cm 2025
Entrance, artprint 2025
Tra la folla, 30x30cm 2024
Collapse, 50x70cm 2025
Jolie, 80x60cm 2024
Settembre; nuvole a morsi, 60x70cm 2024
Particles, waves of light. 50x60cm 2025
In una stanza piena di gente avrei sempre cercato oltre, altrove.
Oltre le teste, al di là del cancello.
Era per questo che avevo sentito quelle parole dritte nel petto.
Era quello il mio oggetto mancante in cima ad una mail, l'altro lato della medaglia, il nero sul turchese, una scarpa slacciata.
Avvertivo gli echi di frasi e parole, chiuse in un barattolo, lanciate per aria, o sigillate sotto il tappeto.
Stavano volando come gocce di pioggia sull'asfalto.
In un boato era venuto giù il mondo; limpide, fresche, si posavano sulle ciglia e sulle punte dei capelli.
Erano libertà, soffici piume, brividi sulla pelle e baci sulla schiena.
12 PM, 50x70cm 2025
Contaminazione; la caduta 18x24cm 2024
Chiave di volta, artprint 2024
Ink, 60x70cm 2024
La notte dei miracoli, 50x35cm 2024
Martini, ciliegie e panna montata, 40x60cm 2024
Notebook, 40x50cm 2024
Pensieri scomposti, 40x60cm 2024
Primordiale, artprint 2024
Graffi, 40x60cm 2024
Shall we dance?, 70x50cm 2025
That dream 2024
Riuscivo a vedere quella tavolata in pietra, immersa nel verde, su cui impastavo con la bisnonna Maria; quando dopo anni ho conosciuto sua figlia è stato come rivederla indossando qualche anno in più e una consapevolezza diversa.
E per un attimo ho rivisto me, i capelli scuri, cinque anni di vita e un vestitino rosso.
Ho le pareti bianche, le tende e il sole che investe la stanza negli occhi, adesso; ho la scaletta e la testa poggiata su quel gonfiabile in una notte d'inverno.
Disabituarsi.
Disadattarsi.
Contraddirsi.
Disconoscersi per riconoscersi
Dall'altra parte.
Nell'impatto, niente è perduto
è ovunque.