Mi insegnava a guardare, ad andare oltre, a voler saltare.
Io a ricordare, a sperare, a gioire.
Sentivo strascichi della sua risata nella mia.
Saltavo avanti e indietro come un viaggiatore curioso del tempo.
Sintetizzavo centinaia di giorni diversi nello spazio compreso tra una riga e l'altra.
Evidenziavo col pensiero i giorni che saltellavano in rilievo nelle caselle del calendario.
La natura mi fermava, rallentava il passo svelto e diluiva i pensieri densi.
Mi ricordava la speranza e la fede nel riflesso che guardavo ogni giorno allo specchio.
La forza di un singolo passo negli echi di quelli a venire.