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Fragments of an invisible world

Fuori mercato

04-14-2025 19:53

Graziana C. Pantaleone

Fuori mercato

Il mondo di cui parlavo non era quello che conoscevo, o perlomeno, ne era una piccola, minuscola parte.Talmente piccola da essere quasi dimenticata, q

Il mondo di cui parlavo non era quello che conoscevo, o perlomeno, ne era una piccola, minuscola parte.

Talmente piccola da essere quasi dimenticata, quasi illusoria.

Per quello era importante ricordarla, scriverne.

Per espanderla, per restituirle il posto che meritava.

Il mondo che conoscevo ti piegava, ripetutamente e senza sosta, fino a spezzarti.

Ti spogliava, ti graffiava.

Avevo perso il conto delle volte in cui mi ero spezzata, ritornando estranea, irriconoscibile.

Ma c'era qualcosa, oltre la pelle, dietro le ossa, sulla punta dei capelli; qualcosa di immateriale, di inafferrabile, di invisibile.

Qualcosa per cui vivere e sopravvivere sarebbero stati verbi differenti, per cui respirare avrebbe assunto il giusto significato.

Il mondo che conoscevo era sbagliato, sopravvalutato, disonesto e troppe volte ingiusto.

Era quello che conoscevano tutti, da cui scappavano altri.

Era il piano A intorno a cui volteggiava tutto l'alfabeto.

L'inferno di tutti e il paradiso di nessuno.

Briciole, schegge, gocce, pulviscolo, bagliori.

Tutto ciò che aveva un valore era impercettibile, inafferrabile, indescrivibile, fuori mercato.

Ed io ero lì, nella direzione opposta alle luci di sicurezza, a puntare una torcia su tutti i punti ciechi.